Primi Decenni di Atletica a Saronno
L’Atletica Leggera ha fatto la sua apparizione a Saronno qualche anno prima della Seconda guerra mondiale, grazie ad un gruppo di appassionati che correvano attorno al campo di calcio del nuovo campo sportivo comunale di via Biffi inaugurato negli anni “Trenta”.
Nell’immediato dopoguerra furono quasi esclusivamente il calcio ed il ciclismo a polarizzare l’attenzione degli sportivi saronnesi. L’atletica leggera veniva praticata dalla Viribus Unitis e dalla Unione e Forza, ma solo come estensione della loro attività principale che era la ginnastica artistica. Essa si manifestava con modeste gare locali ed era conosciuta soprattutto in virtù delle prestazioni di alcuni marciatori saronnesi tra i quali primeggiava Carlo Volonteri, protagonista di alcune memorabili 100 Km di marcia.
Solo nel 1954, per merito di Francesco Ceriani, che sarebbe poi divenuto Sindaco di Saronno, si è dato vita ad una Società di Atletica Leggera che faceva parte di una Polisportiva comprendente tennis, nuoto ed altre attività minori.
Francesco Ceriani, grande appassionato di atletica leggera, oltre che di montagna, fu quindi il promotore ed assieme primo presidente ed atleta della nascente Libertas Atletica Saronno la quale, nel breve volgere di qualche anno, si portava ad un livello di tutto rispetto in campo regionale confrontandosi con Società blasonate che in Lombardia rispondevano ai nomi prestigiosi di Pro Patria e Riccardi di Milano, Gallaratese, Comense, Cremonese, ecc.
La “pista” era uno sterrato invaso dall’erba e le attrezzature erano pressoché inesistenti, ma bastavano agli atleti per potersi allenare per poi affrontare le gare in altri stadi della Lombardia e dell’Altitalia, sottoponendosi a trasferte impegnative se si considera la scarsità dei mezzi di trasporto di allora.
Ciò nonostante i risultati conseguiti con la partecipazione di un buon numero di atleti non tardarono ad arrivare, così come l’interesse degli sportivi, tanto che l’Amministrazione Comunale nel 1958 decise di realizzare un nuovo impianto di atletica leggera con una pista di sette corsie e varie pedane con pavimentazione simile a quella della prestigiosa Arena Civica di Milano composta da un impasto di scorie di carbone e polvere di pirite, sottoprodotti delle acciaierie.
Alla realizzazione di quell’impianto “fatto in casa” contribuirono gli stessi associati e gli operai del cosiddetto “Cantiere Scuola” del Comune. Nel frattempo la presidenza della Società passava nelle mani di Antonio Reina ed il sodalizio conseguiva notevoli progressi sia nella compagine degli atleti che nella qualità delle prestazioni.
Agli atleti locali si affiancarono altri provenienti dalle vicine province e quindi si diede vita ad una squadra competitiva che è pervenuta in breve tempo a risultati prestigiosi quali il titolo di Campione d’Italia Libertas conseguito nel 1959 allo Stadio delle Terme a Roma, titolo poi confermato nel 1960 e nel 1961.
Frattanto, nel 1960, la presidenza del Sodalizio veniva affidata al sottoscritto che, amico e coetaneo di gran parte degli atleti, trovò negli stessi atleti ed in una cerchia crescente di giovani appassionati di questo sport degli impareggiabili collaboratori che hanno contribuito a tenere alto il blasone della Libertas Saronno oramai affermata in campo nazionale.
Lo spirito di schietta amicizia che teneva amalgamati atleti e dirigenti fu la formula vincente che consentì di sviluppare con successo tanto l’attività agonistica che quella organizzativa.
Malgrado le risorse economiche fossero limitate, in quanto l’unica fonte delle entrate erano i contributi dei soci sostenitori che ricevevano annualmente la visita questuante del presidente e del vice Franco Reina con un sorriso di rassegnazione, la cassa della Società ha sempre sopperito agli impegni assunti. Ciò è potuto accadere anche per merito della oculata gestione economica affidata alla proverbiale parsimonia dell’indimenticabile Peppino Ceriani, oltre che per l’apporto volontaristico e gratuito dei dirigenti e dei genitori degli atleti i quali si sobbarcavano le spese delle trasferte.
Intanto la nuova pista di Saronno veniva conosciuta ed apprezzata dai migliori atleti lombardi che vi si sono cimentati alla ricerca di buoni risultati. A questo proposito va ricordato il prestigioso record italiano di 8’58” conseguito dal mezzofondista Alfredo Rizzo della Riccardi nella corsa 3000 siepi. L’apprezzamento per l’impianto creò tale euforia da indurre la Società a realizzare, mediante il prolungamento del rettifilo d’arrivo, una pista di 200 metri in linea retta, esperienza unica in Italia, inaugurata con la partecipazione del velocista Sergio Ottolina della Gallaratese, olimpionico di Tokio 1964.
Disponendo di un impianto adeguato (la pista saronnese fu anche chiamata dagli addetti ai lavori l’ “Indianapolis dell’atletica leggera”) ed avvalendosi del Gruppo Giudici di Gara locale, la Società ha potuto organizzare allo Stadio Comunale varie manifestazioni sempre più importanti che sono culminate negli anni 1962-64 nel Campionato Italiano di Società Juniores e nell’incontro tra le rappresentative femminili di Italia, Svizzera e Ile de France, con notevole richiamo di pubblico e con l’intervento della Televisione che mandò in diretta sulla RAI 2 questa manifestazione.
L’Atletica Libertas Saronno aveva quindi ottenuto dalla FIDAL le credenziali di organizzazione d’alto livello e questo in virtù di un Consiglio direttivo efficiente coordinato per la parte operativa dal Segretario Generale Felice Dozio, che tutti ricorderanno, veramente impareggiabile in quell’importante ruolo.
Di quel periodo si potrebbe scrivere un volume per raccontare accadimenti, aneddoti ed illustrare i personaggi che hanno ruotato attorno alla Libertas Saronno e per parlare degli atleti, veri protagonisti di quelle vicende. Tra loro abbiamo potuto annoverare degli “azzurri” come Luigi Castiglioni, Luigi Beretta, Alessandro Castelli, Enrico Banfi e Bruno Poserina, ma anche tanti altri che hanno espresso il meglio di sé e soprattutto dimostrato un enorme attaccamento ai colori sociali. Nell’impossibilità di ricordarli tutti, mi limito a citare Giancarlo Balossi per tanti anni capitano della squadra e depositario delle memorie della Società e Pier Luigi Migliorini ancora attivo come Vice Presidente e che ha ricoperto importanti cariche federali.
Parallelamente alla attività del settore maschile, fin dai primi tempi, prese avvio anche il settore femminile il cui primo dirigente responsabile fu Alfredo Girani, grande appassionato di atletica leggera, il quale ebbe anche il merito di promuovere per primo i corsi di formazione dei Giudici di Gara che hanno avuto a Saronno un seguito notevole.
Anche la squadra femminile, che per molti anni ebbe una sua autonomia col nome di S.A.F. sotto la presidenza di Bruno Taglioretti, ricordato per la sua magnanimità, ha raccolto molti successi specie ai Campionati Libertas ed ha potuto contare su dirigenti appassionati e generosi come Giovanni Borgatti che in seguito si occupò anche della maschile.
Tra questi vorrei citare per tutti la Signora Luigia Gritti Morandi la quale, successivamente e con tutta la famiglia, si è dedicata anima e corpo alla Società specialmente nel settore dei giovanissimi e che tuttora rappresenta una colonna della OSA Libertas.
La mia presidenza, che si prolungò sino al 1976, quando passai il testimone a Luciano Davide che tutti ricordiamo con affetto, è stata densa di episodi esaltanti, ma ha vissuto anche momenti difficili a causa di contestazioni (era l’epoca dei contestatori) e diaspore che hanno creato momenti di tensione che col tempo si è allentata, riportando finalmente un clima sereno nell’ambiente dell’Atletica a Saronno.
Molti personaggi che hanno illustrato i primi decenni della vita dell’Atletica Libertas Saronno non sono più tra noi e tra questi gli allenatori Antonio Cesari e Mario Moretti ed il mitico massaggiatore Alfredo Luzzini.
A tutti loro, indistintamente, va il nostro mesto ricordo ed un sentimento di immensa gratitudine per quanto hanno fatto a beneficio di tanti giovani che sono cresciuti nella nostra Società.
"Ricordi di un Presidente", di Francesco Radice (2004)